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Assegno ordinario d’invalidità lavorativa

Assegno ordinario d’invalidità lavorativaLEGGE N.222/1984, ART.1
http://net.cisl.it/~cisluniversita.lecce/FOV3-00080050/FOV3-00064C44/FOV3-000805C1/LEGGE%2012%20giugno%201984,%20n.%20222.pdf?Plugin=Box
 
L’assegno ordinario d’invalidità lavorativa è una prestazione economica previdenziale legata alla situazione contributiva ed alla riduzione permanente della capacità di lavoro di oltre 2/3 del soggetto divenuto invalido.
Sono ritenuti invalidi i soggetti di cui all’art. 1, Legge n. 222/1984:  
si considera invalido, ai fini del conseguimento del diritto ad assegno nell'assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti ed autonomi gestita dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, l'assicurato la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale a meno di un terzo. 
Sussiste diritto ad assegno anche nei casi in cui la riduzione della capacità lavorativa, oltre i limiti stabiliti dal comma precedente, preesista al rapporto assicurativo, purché vi sia stato successivo aggravamento o siano sopraggiunte nuove infermità.. 
L'assegno di invalidità di cui al presente articolo è calcolato secondo le norme in vigore nell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti, ovvero nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Qualora l'assegno risulti inferiore al trattamento minimo delle singole gestioni, è integrato, nel limite massimo del trattamento minimo, da un importo a carico del fondo sociale pari a quello della pensione sociale di cui all'articolo 26 della legge 30 aprile 1969, n. 153, e successive modificazioni e integrazioni. 
L'integrazione di cui al comma precedente non spetta ai soggetti che posseggono redditi propri assoggettabili all'imposta sul reddito delle persone fisiche per un importo superiore a due volte l'ammontare annuo della pensione sociale di cui all'articolo 26 della legge 30 aprile 1969, n. 153, e successive modificazioni ed integrazioni. Per i soggetti coniugati e non separati legalmente, l'integrazione non spetta qualora il reddito, cumulato con quello del coniuge, sia superiore a tre volte l'importo della pensione sociale stessa. Dal computo dei redditi predetti è escluso il reddito della casa di abitazione. 
Per l'accertamento del reddito di cui al precedente comma, gli interessati devono presentare alle gestioni previdenziali di competenza la dichiarazione di cui all'articolo 24 della legge 13 aprile 1977, n. 114. 
L'assegno di invalidità di cui al presente articolo non è reversibile ai superstiti. Agli stessi spetta la pensione di reversibilità, in base alle norme che, nelle gestioni previdenziali di competenza, disciplinano detta pensione in favore dei superstiti di assicurato. Ai fini del conseguimento dei requisiti di contribuzione di cui al secondo comma del successivo articolo 4, si considerano utili i periodi di godimento dell'assegno di invalidità, nei quali non sia stata prestata attività lavorativa. 
L'assegno è riconosciuto per un periodo di tre anni ed è confermabile per periodi della stessa durata, su domanda del titolare dell'assegno, qualora permangano le condizioni che diedero luogo alla liquidazione della prestazione stessa, tenuto conto anche dell'eventuale attività lavorativa svolta. La conferma dell'assegno ha effetto dalla data di scadenza, nel caso in cui la domanda sia presentata nel semestre antecedente tale data, oppure dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, qualora la stessa venga inoltrata entro i centoventi giorni successivi alla scadenza suddetta. 
Dopo tre riconoscimenti consecutivi, l'assegno di invalidità è confermato automaticamente, ferme restando le facoltà di revisione di cui al successivo articolo 9. 
I periodi di contribuzione effettiva, volontaria e figurativa, successivi alla decorrenza originaria dell'assegno, sono utili ai fini della liquidazione di supplementi secondo la disciplina di cui all'articolo 7 della legge 23 aprile 1981, n. 155. In caso di nuova liquidazione dell'assegno di invalidità, l'ammontare dello stesso sarà determinato in misura non superiore all'assegno precedentemente liquidato, incrementato dagli aumenti di perequazione automatica e maggiorato per effetto della contribuzione successivamente intervenuta, valutata secondo la disciplina dell'articolo 7 sopra citato. 
Al compimento dell'età stabilita per il diritto a pensione di vecchiaia, l'assegno di invalidità si trasforma, in presenza dei requisiti di assicurazione e di contribuzione, in pensione di vecchiaia. A tal fine i periodi di godimento dell'assegno nei quali non sia stata prestata attività lavorativa, si considerano utili ai fini del diritto e non anche della misura della pensione stessa. L'importo della pensione non potrà, comunque, essere inferiore a quello dell'assegno di invalidità in godimento al compimento dell'età pensionabile. 
All'assegno di invalidità di cui al presente articolo si applica la disciplina del cumulo prevista dall'articolo 20 della legge 30 aprile 1969, n. 153, e successive modificazioni ed integrazioni. 
A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'assegno mensile di cui all'articolo 13 della legge 30 marzo 1971, n. 118, è incompatibile con l'assegno di invalidità”.


Requisiti per il riconoscimento dell’assegno ordinario d’invalidità:

  • spetta a qualunque età del lavoratore;
  • è riconosciuto ai lavoratori: dipendenti, autonomi e parasubordinati purchè iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (esempio: INPS o Casse Previdenziali dei Lavoratori Autonomi, etc.). Invece, l'assegno ordinario d'invalidità non spetta per i dipendenti del pubblico impiego i quali possono essere dispensati dal servizio ed ottenere la pensione di inabilità per:
  • inabilità assoluta e permanente alla mansione;
  • inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoro;
  • inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa.
  • Per ottenere la pensione di inabilità nel settore pubblico, l'istanza va presentata all’ASL o Commissioni Mediche di Verifica per il tramite del datore di lavoro pubblico.
  • Riduzione permanente della capacità di lavoro (sia fisica, sia psichica) a meno di 1/3 accertata dai medici INPS la quale è rivedibile dall’Ente in qualsiasi momento;
  • almeno 5 anni di contribuzione (260 contributi settimanali), di cui almeno 3 (156 contributi settimanali) nel quinquennio che precede la domanda di assegno;
  • l’importo dell’assegno ordinario d’invalidità viene determinato sulla base dell’effettiva contribuzione versata;
  • l’assegno ordinario d’invalidità viene erogato per 3 anni e può essere confermato per ulteriori periodi di 3 anni, previa domanda dell’interessato e presenza dei requisiti richiesti dalla legge, trasformandosi in assegno ordinario d’invalidità a titolo definitivo dopo il terzo riconoscimento consecutivo;
  • l’assegno ordinario d’invalidità non risulta essere cumulabile sia con le provvidenze economiche per gli invalidi civili, sia con la rendita vitalizia liquidata dall’INAIL quando scaturisce dallo stesso evento invalidante;
  • l’assegno ordinario d’invalidità risulta essere compatibile con l’attività lavorativa. In tale ipotesi l’importo del rateo dell’assegno ordinario d’invalidità subirà una riduzione;
  • l’assegno ordinario d’invalidità non risulta essere reversibile agli eredi;
  • l’assegno ordinario d’invalidità al sopraggiungere dell'età pensionabile d’ufficio viene trasformato in pensione di vecchiaia.
La domanda di riconoscimento dell’assegno ordinario d’invalidità deve essere presentata telematicamente nelle stesse modalità per richiedere l’invalidità civile e le altre prestazioni assistenziali.
Pagina INPS
http://www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=5730
 

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