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L’indennità di accompagnamento spetta anche nei casi di assistenza passiva del soggetto non autosufficiente

L’indennità di accompagnamento spetta anche nei casi di assistenza passiva del soggetto non autosufficientePer la sentenza della Corte di Cassazione n.1268/2005 "la situazione di non autosufficienza, che è alla base del riconoscimento del diritto in esame, è caratterizzata, pertanto, dalla permanenza dell'aiuto fornito dall'accompagnatore per la deambulazione, o dalla quotidianità degli atti che il soggetto non è in grado di svolgere autonomamente; in tale ultimo caso è la cadenza quotidiana che l'atto assume per la propria natura a determinare la permanenza del bisogno, che costituisce la ragione stessa del diritto".
E' inoltre per la superiore sentenza "non assume alcuna rilevanza ai fini del riconoscimento all'indennità in esame la circostanza che la necessità di un concreto e fattivo aiuto fornito da terzi sia perdurante per l'intera giornata, potendo anche, momenti di attesa, qualificabili come assistenza passiva, alternarsi, nel corso della giornata, a momenti di assistenza attiva, nei quali la prestazione dell'accompagnatore deve concretizzarsi in condotte commissive".

Cassazione, sentenza n. 1268/2005

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